Un cittadino scrive una mail all'Assessore. Oggetto: "Emergenza ambientale a Caselle nella totale indifferenza"

Se un paio di giorni fa un concittadino ebbe a scrivermi... chiedendomi la mail dell'Assessore all'Ecologia e all'Ambiente: Fabrizio Bertolaso, oggi - autorizzato dal cittadino - pubblico quella mail che è stata inviata all'Assessore e he ha questo oggetto: "Emergenza ambientale a Caselle nella totale indifferenza".
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Buona sera assessore. Mi perdoni se la disturbo via mail, il cui indirizzo personale mi è stato fornito, su esplicita richiesta, da Beniamino Sandrini.
Sono un abitante di Caselle di Sommacampagna. Ciò che mi muove a scriverle è un’esigenza improrogabile.
Ci siamo incontrati personalmente in un incontro ristretto organizzato, un paio di anni fa a Caselle, dall’amministrazione con alcune persone del posto, per raccogliere spunti e consigli sulle priorità amministrative del paese.
Già allora le (e vi) sottolineai che per una realtà come Caselle la priorità delle priorità era la questione ambientale. Tutto il resto (pur importante) doveva essere plasmato e assecondato su quella scaletta dei valori. Su quella necessità.
La risposta, quella sera, era stata un po’ affrettata. Si parlava di piantumare degli alberi. Stop.
Successivamente mi sono permesso di scriverle sul sito istituzionale del Comune. Sempre all’incirca in questo periodo, quando il livello di pm10 e di inquinamento raggiunge picchi preoccupanti. Dovrei scrivere, per correttezza, che si suppone raggiunga picchi preoccupanti, perché bisogna andare per deduzione, visto che dati ufficiali non ce ne sono, o risalgono all’agosto scorso. C’è forse il timore di rendere noti quelli in mano all’amministrazione? Non sarebbe già questa una sconfitta, in fatto di trasparenza, per la giunta?
Tralasciando l’ultima allarmante notizia legata alla discarica, e a possibili inquinamenti da Pfas, trovo vergognoso e delittuoso il silenzio e l’assenza di azioni adeguate da parte delle amministrazioni che si sono succedute in questi anni. In particolare della vostra, tuttavia, che sui temi ambientali ha costruito un pezzo di consenso.
 
a)     Partiamo dal silenzio. È accertato che a Verona – figuriamoci quindi a Caselle che è molto più inquinata – è stata superata la soglia delle 72 giornate di sforamento del limite massimo di pm10
(http://www.michelebertucco.it/2017/12/26/il-pm10-fa-settantadue-mai-cosi-male-dal-2013/). È stata avvertita la popolazione di Caselle delle gravi conseguenze sanitarie che questa situazione comporta? Sono stati allertati anziani e bambini di non uscire da casa o di non fare attività sportive all’aperto quando i limiti superati s’impennano? Non è facile allarmismo il mio. Ogni protocollo sanitario lo prevede. Sarebbe il consiglio di un buon padre di famiglia. Si leggano i consigli forniti da questa tabella, soprattutto quando si supera una certa soglia concentrazione di PM10(µg/m3):
Non è compito di una responsabile amministrazione comunale avvertire i propri cittadini dei rischi che stanno correndo? Oppure i cittadini di Caselle non meritano queste basilari attenzioni, perché considerati di serie B o perfino di categoria inferiore? Le ricordo – ma solo retoricamente perché so che ne è a perfetta conoscenza – che il sindaco è l’autorità sanitaria locale. In questa veste, in base alla legge 833/1978 e art. 117 del D.Lgs. 112/1998, può anche emanare ordinanze contingibili e urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica. Nelle situazioni critiche di questi mesi il primo cittadino non poteva indossare tale veste adottando provvedimenti emergenziali?
 
b)    Azioni.
-         Provvedimenti che non si sono visti. Zero. Per cortesia non si tiri fuori dal cassetto la solita lagna che viviamo in Val Padana e che l’unica soluzione sono i riti propiziatori per invocare la pioggia. Arrendersi alla buona o cattiva sorte non è proprio il compito di un bravo amministratore.
Certo, strutturalmente Caselle, al centro di mille infrastrutture, vive una situazione difficile. Ancora più difficile rispetto ad altre realtà. Ma proprio per questo meriterebbe un impegno e un riguardo maggiori. Perché le grandi città, compresa Verona, si permettono ad esempio il blocco totale del traffico in centro, mentre Caselle è perennemente attraversata da colonne di auto in quasi tutte le ore della giornata? Non potrebbe essere un gesto altamente simbolico – certamente non risolutore dell’abbattimento dell’inquinamento, ma di sensibilità e di attenzione sì – deviare questo traffico verso le tangenziali, così come si fa con i camion (o almeno con quelli che rispettano il divieto)? Si crea disagio? I suoi compaesani di Sommacampagna o chi arriva da altri paesi devono allungare di qualche chilometro il loro viaggio quotidiano? Non penso che questa sia una ragione sufficiente (e decente) per bocciare l’idea. Se il blocco nell’attraversamento del paese vale regolarmente per i camion, nei giorni di sforamento del pm10 si potrebbe applicare anche per le auto (escluse ovviamente quelle dei residenti). Non sono un urbanista e neppure un tecnico. Ma di fronte a situazioni emergenziali, a “catastrofi ambientali” una soluzione si trova. È immorale arroccarsi in giustificazioni arrendevoli come: «Non si può fare».
-         Si parla da tanto tempo, poi, di un polmone verde, di un bosco che in qualche modo possa attutire gli effetti negativi dell’inquinamento. Perché non se ne vede traccia? È più importante realizzare altri centri commerciali (formidabili attrattori di traffico) o piantare alberi e avere un’aria un po’ meno inquinata.
-         Alberi la cui legna non deve certo servire per il riscaldamento domestico. Sappiamo come una quota importante dell’inquinamento sia generato anche dai camini accesi. Perché nei momenti di massima allerta, la giunta non emana una ordinanza che proibisca l’uso di caminetti domestici e di stufe? Non solo. Spero vivamente che quest’anno anche un evento frutto della tradizione ma altamente inquinante, come la befana bruciata nel campo adiacente quello sportivo, possa essere rinviato a tempi meno infausti. Se spiegata, la motivazione potrà essere compresa anche dagli organizzatori.
 
-         Mi sarei atteso da voi un’altra azione fondamentale, applicata in altri comuni con problemi simili a quelli di Caselle. Serve un’indagine epidemiologica a tappeto sul territorio. È giunto il momento di sapere il danno alla salute provocata da questa situazione estremamente dannosa. In passato il professor Dal Negro, primario di pneumologia a Bussolengo (oggi in pensione credo) spingeva affinché fosse eseguita un’indagine accurata, nei territori “più malati”, sugli effetti dell’inquinamento. Un’operazione di trasparenza e di responsabilità da parte dell’amministrazione, che dovrebbe rendere noti i risultati nella loro completezza. Li si teme? Si ha paura di non saper gestire il quadro clinico che potrebbe emergere? Quasi ogni famiglia di Caselle, già ora, ne sta pagando le conseguenze, con persone alle prese con malattie cardiovascolari, polmonari o tumorali. L’apertura di un’indagine, che veda la collaborazione anche della cittadinanza, potrebbe essere l’occasione per riavvicinare amministrati ad amministratori.
Perdoni la frettolosità e la genericità delle proposte e dello scritto. Probabilmente riflettendoci ulteriormente e confrontandomi con terzi potrebbero uscire altre idee o suggerimenti. Ma è l’urgenza del tema a spingermi a non guardare la forma o ad approfondire tecnicamente le soluzioni.
Credo, tuttavia, che l’amministrazione non possa più permettersi di vivere imbalsamata in non scelte, assalita dalla sindrome del capo chino o rivolto da un’altra parte di fronte a questa vera e propria emergenza.
La vita di noi cittadini di Caselle vale molto di più degli affari politici ed economici di piccolo cabotaggio o di una ricerca di consenso facile, dal fiato corto e, soprattutto, malata.
 
lettera firmata con indirizzo
Ps: Per correttezza la informo che questa lettera l’ho inviata anche al consigliere di opposizione Walter Giacopuzzi, che conosco personalmente, perché ritengo che i temi trattati nello scritto siano o possano diventare di discussione pubblica. E non relegati negli scantinati dei discorsi impronunciabili. 
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Non credo serva scrivere alcun commento, ma a corredo di questa mail, ritengo sia utile ricordare alcuni articoli dell'Arena e del Corriere di Verona che sono stati pubblicati due giorni fa... il cui tema è lo "SMOG" e le azioni conseguenti da attivare.
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